Chi ha detto, amico e
fratello,
che devi morire fra mille tormenti?
Sai che il tormento è una voce?
Sai che il dolore canta?
(….)
(da ‘Francesco, Canto di una creatura’, che fu
pubblicato nel 2007, forse le più belle poesie
dedicate al nostro Santo scritte da una poetessa dei
nostri tempi, Alda
Merini, viscerali e dense d’amore. Con
emozione, furono musicate da Lucio Dalla e lette
nella Basilica di San Francesco nel 2008)
un film documentario di
GREGORIO SASSOLI e
ALEJANDRO CIFUENTES
SAN DAMIANO
Prodotto da Gregorio Sassoli per Red Sparrow
con il sostegno di: MiC - Direzione Generale Cinema
e Audiovisivo
con
DAMIAN EUGENIUSZ
BIELICKI
SOFIA NOVIELLO
ALESSIO, CHRISTOPHER, COSTANTINO, VINCENT, DOROTA,
FELICE
Genere: Documentario narrativo
Durata 86’; Origine: Italia
Anno: 2024
Lingua: italiano, polacco
DCP | Aspect ratio : 2.00:1| Suono: 5.1| colore
Proiezione ufficiale: mercoledì 23 ottobre al MAXXi,
ore 21.00
Replica: giovedì 24 ottobre al Cinema Giulio Cesare,
ore 18.00
LOGLINE
Con cinquanta euro in tasca, Damian fugge a Roma.
Riuscirà a rifarsi una vita o sarà inghiottito
dall’inferno di Termini?
LA STORIA
In fuga dai fantasmi del passato, Damian, un
polacco di 35 anni, decide di trasferirsi a Roma
per ricostruire la sua esistenza.
Arrivato alla Stazione Termini senza un centesimo,
invece di unirsi ai senzatetto che dormono in
terra, si arrampica su una torre delle antiche
Mura Aureliane che sovrastano la stazione,
facendone la sua nuova casa.
Sognando di diventare un cantante e assetato di
amore, Damian si abbandona a Sofia, una senzatetto
forte e carismatica che lo affascina.
La loro storia d'amore divampa in mezzo al
turbolento sfondo di Termini, catapultando Damian
nel mondo capovolto di cameratismo e conflitti
della comunità emarginata della stazione. Qui,
Damian trova la famiglia che non ha mai avuto.
Ma con una psiche fragile e vulnerabile, riuscirà
davvero a forgiarsi una nuova vita nell’inferno di
Termini?
NOTE DI REGIA
Questo documentario è nato da un incontro fortuito
che ci ha aperto le porte a un mondo parallelo.
Dopo un anno di volontariato distribuendo pasti ai
senzatetto con la comunità di Sant’Egidio, una
sera, spinti dal desiderio di conoscere più a
fondo questa realtà, abbiamo deciso di trascorrere
una notte a Termini. Poco prima di coricarci si
avvicina un giovane polacco con una curiosa
inflessione calabrese, Damian. Con una barzelletta
riesce a rompere immediatamente il ghiaccio e,
quasi come un mago, ci rivela di non dormire per
terra come molti altri, ma di aver trovato un
rifugio sopraelevato che chiama “la mia torre”.
Affascinati dalla sua personalità carismatica e
dalla sua energia contagiosa, abbiamo intrapreso
un viaggio nella sua vita che si è rivelato
emozionante e complesso. Ci siamo avventurati tra
i suoi sogni di gloria come cantante e la cruda
realtà della vita di strada, tra l'alcolismo e la
costante lotta per la sopravvivenza.
Per due anni abbiamo frequentato quotidianamente
la stazione di Termini, di cui uno interamente
dedicato alle riprese. Grazie a Damian, ci siamo
addentrati in modo profondo nel mondo dei
senzatetto che popolano i dintorni della stazione.
All’inizio, l’approccio di alcuni senzatetto era
segnato da diffidenza; addirittura, alcune
bottiglie sono volate nella nostra direzione.
Tuttavia, con il passare del tempo, questi gesti
ostili si sono trasformati in abbracci calorosi.
Hanno compreso che il nostro scopo non era
"rubare" un pezzo della loro vita per poi svanire
nel nulla, ma piuttosto restare, osservare e
raccontare. Questo ha permesso di sviluppare
legami profondi, in particolare con Damian, con il
quale, nonostante ora si trovi in un carcere
psichiatrico in Polonia, continuiamo a sentirci
ogni domenica al telefono.
Grazie al tempo trascorso a Termini, siamo
riusciti a realizzare un film che non si limita a
osservare dall'esterno, ma che offre una
prospettiva dall'interno, senza filtri, con una
vicinanza autentica alle vite di queste persone.
Termini, con il suo incessante viavai di oltre 150
milioni di passanti ogni anno, era anche il nostro
mondo. Una volta, eravamo fra coloro che voltavano
lo sguardo altrove, soffocando il disagio di
fronte a chi vive in condizioni così estreme.
Eppure, queste persone, sebbene emarginate dalla
società civile organizzata, sono parte di noi,
dell’umanità.
Il documentario nasce da questa consapevolezza:
dare un volto umano a chi è stato reso invisibile,
attraverso un racconto crudo e autentico che
invita a riflettere sulla nostra comunanza e sulla
necessità di vedere e ascoltare.
(Gregorio
Sassoli, Alejandro Cifuentes)
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