KAKRAKI (COMEGLISCAMPI)



Mikhail, che ha visto in sogno i funerali di Gogol, è un alto funzionario ministeriale a Mosca. Uomo maturo, morigerato e benestante, con una vita disciplinata dal lavoro, dalla famiglia e da uno spiccato gusto per le scarpe eleganti, approfitta della sua posizione e non esita a farsi corrompere. Un giorno, entrando in una libreria, si innamora a prima vista di Nastia, giovane commessa di origine cinese. Per aiutarla a far operare in Germania la madre malata, si mette nei guai. E in carcere lo attende una triste rivelazione che gli sarà fatale.

Questo sferzante affresco della società russa contemporanea, restituito sotto forma di commedia grottesca, non smette di sorprendere lo spettatore, dal principio alla fine. Al centro degli eventi, paradossali anche quando domina l’elemento sentimentale, c’è la figura e l’opera del grande scrittore russo Gogol, di cui quest’anno ricorre il bicentenario della nascita. Non è un caso, poiché attraverso il richiamo continuo a Gogol in questo film di impianto classico, ma moderno, nichilista e spregiudicato nella sua concezione del mondo, si irride l’improbabile smania di cambiamento nella compagine dell’amministrazione statale. Un universo di piccoli e grandi burocrati avidi e senza qualità la cui deriva morale era stata portata alle estreme conseguenze rappresentative dall’autore de Il cappotto, L’ispettore generale e Le anime morte che molta influenza avrebbe esercitato successivamente su Dostoevskij, Bulgakov e Kafka. Ma il lungometraggio d’esordio di Ilya Demichev rimanda al padre del moderno realismo russo anche attraverso un pungente riferimento alla nomenklatura attuale. Il premier Putin, emblema della nuova Russia condannata in Kakraki ad essere un clone di lunga durata di quella ottocentesca e gogoliana, è nato proprio a Leningrado, la ex San Pietroburgo cui Gogol dedicò i suoi celebri Racconti, tornata a chiamarsi San Pietroburgo dal 1991. Sono i corsi e ricorsi di una storia senza senso e senza scampo cui soccombe il protagonista del film in un grande e indimenticabile finale tragico.

 


 

Un film di Ilya Demichev
Sceneggiatura Ilya Demichev
Fotografia Mikhail Agranovich
Scenografia Kostantin Ly
Costumi Eva Coen, Isabelle Caillaud
Trucco Ermanno Spera
Musica Eduard Artemiev
Montaggio Sergey Ivanov, Olga Proshkina
Suono Stefan Albine
Produzione Saida Medvedeva, Andrey Klishas, Nana Getashvili



Cast
Mikhail Efremov Mikhail Mikhailovich
Olga Sunn Nastya
Sergey Koltakov Vasiliev
Natalia Vdovina Elena Ivanovna
Elena Safonova Elena Vladimirovna
Sergey Gazarov vicino
Alexander Samoilenko Sergienko
Alexander Bashirov Krutikov
Tatiana Kravchenko trainer



 

 

IL PRESS BOOK in ITA / ENG

 

Russia, 2009, 35 mm., col.

Durata: 125’