“La Tana
non è un luogo concreto e reale, ma quello
spazio dove andiamo a nasconderci quando non
stiamo bene. E dove speriamo che qualcuno ci
venga a cercare...”
BACIAMI
ANCORA: LA VITALITÀ DI GIULIO, IL SEGRETO DI LIA
E LA LORO ESTATE IN CAMPAGNA
LA TANA -
OPERA PRIMA DI BEATRICE
BALDACCI, CON IRENE VETERE E LORENZO
ALOI, REALIZZATA NELL'AMBITO DI BIENNALE COLLEGE E
PRESENTATA A VENEZIA 78 - AL
CINEMA DAL 28 APRILE
Tra le pieghe dell’anima, il tema dell’eutanasia
e dell’eventuale coinvolgimento affettivo nella
“dolce morte”: quando il cinema si espone ed
esprime, rende palesi le proprie posizioni nello e attraverso lo
schermo e le sue storie
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Nell’estate dei suoi diciotto anni, Giulio ha
deciso di non partire: passerà le vacanze a casa,
per aiutare i genitori (Elisa Di Eusanio e
Paolo Ricci) nei lavori in campagna.
Nel casale vicino, da molto tempo disabitato,
sembrano essere tornati i proprietari. Si tratta
della loro figlia,Lia, una ragazza tanto
disinibita quanto introversa. Impone il proprio
punto di vista su tutto senza possibilità di
contraddittorio. Giulio- bravo ragazzo, sensibile
e fin troppo educato - se ne innamora. Attratto da
lei, comincia a pensarla giorno e notte. Lia lo
inizia a strani ‘giochi’, sempre più pericolosi.
La ragazza però non parla di sé. Ha detto di
essere venuta da sola per passare le vacanze nella
vecchia casa di famiglia, dove non tornava da
quando era bambina. Lia nasconde dei segreti
e non permette a nessuno di mettere piede nella
vecchia casa abbandonata.
Due personaggi opposti, Giulio (Lorenzo
Aloi), diciottenne aperto e ottimista e
Lia (Irene Vetere: per questa
interpretazione ha
vinto i Fabrique du Cinéma Awards 2021,
in precedenza era stata protagonista femminile di
Notti magiche di Paolo Virzì), ventenne
immersa nella mancanza di speranza, sono i
protagonisti di La tana, l'intensa opera
prima di Beatrice Baldacci,
realizzata nell'ambito di Biennale
College (il programma che accompagna
giovani autori nello sviluppo e la realizzazione
di lungometraggi a micro budget), presentato alla
Mostra Internazionale del Cinema di
Venezia l’anno scorso e successivamente
ad Alice nella Città, sezione
autonoma e parallela della Festa del
Cinema di Roma, dove ha vinto
il Premio Raffaella
Fioretta per il Cinema Italiano.
Il film è stato prodotto da Andrea Gori e Aurora
Alma Bartiromo- in collaborazione con Rai Cinema e
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti- per
Lumen Films e sarà distribuito nelle sale italiane
da PFA di Pierfrancesco Aiello dal 28 aprile.
Per la regista, che ha scritto il film con
Edoardo Puma, “La tana non è un luogo
concreto e reale, ma quello spazio dove andiamo a
nasconderci quando non stiamo bene. E dove
speriamo che qualcuno ci venga a cercare”. E
spiega: “Abbiamo cercato di svelare il mistero dei
personaggi pian piano, proprio come loro fanno nel
percorso di scoperta di sé”. Infatti, in una
scena fuori campo, la regista introduce il segreto
nascosto dietro il carattere ruvido di Lia. Un
uomo misterioso (Federico Rosati)
raggiunge la ragazza al casale tutte le sere. I
gemiti di una donna inducono Giulio, accovacciato
sotto la finestra della camera, e lo spettatore, a
pensare un rapporto sessuale tra l’uomo e la
ragazza. Ma la realtà è peggiore del previsto: Lia
accudisce la madre Laura (Helénè Nardini)
malata in un luogo pieno di ricordi e found
footage felici…
Ed è qui che arriva nelle pieghe dell’anima il
tema dell’eutanasia e dell’eventuale
coinvolgimento affettivo nella “dolce morte” di
quanti circondano il malato. Sul tema, come è
noto, il cinema, da almeno vent’anni, si espone ed
esprime, rende palesi le proprie posizioni nello e attraverso lo
schermo e le sue storie. Per esempio, con
lungometraggi esemplari, come Le invasioni
barbariche (Les invasions barbares, Denys
Arcand, 2003), Mare dentro (Mar
Adentro, A. Amenabar, 2004),
Million dollar baby (id., Clint
Eastwood, 2004, Stati Uniti), Bella
addormentata (Marco Bellocchio, 2012).
Com’è noto, la Corte costituzionale ha dichiarato
il Referendum Eutanasia Legale inammissibile…
Argomenta la regista: "nel nostro film, da una
parte la giovinezza, dall'altra la malattia. La
natura guida i giovani protagonisti come simbolo
di qualcosa che muore ma rinasce sempre ed è anche
ciò che porterà Lia a fare la scelta finale nel
film".
La tana si ricollega al corto
documentario di Beatrice
Baldacci, Supereroi
senza superpoteri (menzione speciale Fedic
come miglior cortometraggio della Mostra del
Cinema di Venezia, sezione Orizzonti, nel 2019):
attraverso immagini di filmini famigliari la sua
infanzia e il rapporto con una madre malata.
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