UN'ESTATE DA GIGANTI
(LES GEANTS)
|
È estate. Zak e Seth si ritrovano nel cottage di famiglia senza un soldo e abbandonati dalla madre costantemente assente. Come ogni anno, sono rassegnati a trascorrere l’ennesima estate noiosa. Ma quest’anno le cose cambiano quando incontrano Dany, un ragazzo del posto. Insieme, con il futuro nelle loro mani, iniziano il grande ed emozionante viaggio della loro vita.
Bouli Lanners, dopo Eldorado (2008), torna con la sua personalissima visione del romanzo di formazione, in bilico tra lo spirito d'avventura de l'Huckleberry Finn di Mark Twain e i giovani allo sbando di Sweet Sixteen di Ken Loach. Nella suggestiva cornice della campagna belga, splendidamente fotografata da Jean-Paul De Zaeytijd (Premio per la miglior fotografia al Festival di Namur), tra fitti boschi, campi di granturco e fiumi, i due fratelli protagonisti (Zak e Seth), insieme al loro amico Dany, vivranno nell'estate fiamminga il momento di passaggio alla maturità, o quantomeno la presa di coscienza delle difficoltà della vita. Accompagnati dalla coinvolgente colonna sonora originale Indie Rock dei The Bony King of Nowhere, i tre, circondati solo dalla natura, sfogano inizialmente il loro spirito gioiosamente anarchico e ribelle tra spinelli e furti, in un momento della loro vita nel quale tutto sembra ancora possibile, ignorando pesi e responsabilità. Il mondo adulto, lasciato ai margini, è costellato però da genitori completamente assenti e uomini grotteschi e approfittatori che costringeranno i protagonisti, come i tre porcellini, a uccidere il lupo e lasciare finalmente il loro nido. Infatti, come in una favola moderna, abbandonati i ristretti spazi della città e il conforto del focolare, dovendo affrontare situazioni più grandi di loro, capiscono di poter contare solo sulla loro amicizia per sopravvivere. La straordinaria interpretazione dei tre adolescenti, la cui spontaneità pone alle volte il film nei territori del documentario, porta così alla commiserazione del triste mondo dei “grandi”, mentre per effetto delle tribolazioni e delle loro cicatrici cresce la simpatia per i tre “giganti”.
|