CARLO GIULIANI, RAGAZZO (2002)
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Una madre racconta la giornata breve di suo figlio, dall'uscita di casa in un mezzogiorno di luglio fino al proiettile del pomeriggio sparato in testa. Un'altra madre ascolta e registra voce, faccia, racconto. In mezzo a loro due scorrono le folle che invasero Genova per essere pietra d'inciampo alla riunione dei signori del mondo, per essere pietra d'angolo di una nuova casa-mondo.Il ragazzo Carlo Giuliani, figlio di Haidi, oggi è cenere.
Sua madre non maledice il giorno, l'ora, l'assassino. Parla del suo ragazzo ucciso in piazza e lo rimette in eredità a noi perché quel figlio è nostro e resta in piazza. (Erri De Luca)
Il film racconta il 20 luglio di Carlo Giuliani, e, in parallelo, il 20 luglio del corteo dei «disubbidienti», o «tute bianche», nel seno del quale Carlo troverà la morte. La vicenda di un singolo è raccontata nella sua più assoluta concretezza, gli amici che incontra, la focacceria dove mangia, il rotolo di scotch che raccoglie per strada, mentre quella di una moltitudine è raccontata nella sua epica tragicità, la notte sotto la pioggia, la mastodontica preparazione al corteo, l'avanzata dietro agli scudi, l'attacco di cui è vittima la moltitudine, la difesa che organizza. Ma, progressivamente, la vicenda di un singolo diventa il paradigma umano e politico di una moltitudine, mentre quella stessa moltitudine acquista la tenerezza e l'unicità di un singolo.
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