NESSUN NOME NEI TITOLI DI CODA



Italia, 2019

Durata: 83'

Trailer (1:11 min.)

PRESSBOOK
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NESSUN NOME NEI TITOLI DI CODA

Un film documentario di Simone Amendola

(83’ - 1:85:1 - 2019)

Una produzione Hermes Production
Realizzata con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale Cinema

Da che il cinema è il cinema se dici ‘comparse’ dici Spoletini:
Sono più vecchio di Cinecittà. Siamo tutti e due del ’37,
ma lei è di aprile e io sono di marzo’.

SINOSSI BREVE
Negli ambienti del cinema se dici ‘comparse’, dici Spoletini. Cinque fratelli trasteverini che a partire dal dopoguerra hanno cercato le facce giuste per il cinema italiano e internazionale passato da Roma.
Dei cinque, Antonio, a ottant’anni suonati, è ancora lì, sul suo campo di battaglia, Cinecittà. All’approssimarsi dell’idea di una fine, come ogni uomo, vorrebbe lasciare un nome nei titoli di coda.

CAST & CREDITS
Con Antonio Spoletini, il suo entourage (Romina e Barbara Spoletini, Cristiano Cosimi…), la gente del cinema (Dante Ferretti, Fernando Meirelles, Marcello Fonte, Pupi Avati…)
Soggetto e Regia Simone Amendola
Produttore Cristiano Sebastianelli
Montaggio Annalisa Forgione
Fotografia Simone Amendola, Eugenio Cinti Luciani
Aiuto Regia Floriana Pinto
Suono in presa diretta Alessandro Piazzese, Iacopo Sinigaglia, Paolo Testa
Montaggio del suono Marco Furlani
Mix Andrea Malavasi
Color Nazzareno Neri

Materiali stampa disponibili su www.mimmomorabito.it
UFFICIO STAMPA Studio Morabito ; info@mimmomorabito.it

23.10.2019 ore 19.30: MAXXI - Proiezione Ufficiale e Q&A
25.10.2019 ore 20.30: PALLADIUM - Replica

C’è un momento, durante i funerali di Fellini, che è in qualche modo la chiave del film. Mentre monta la commozione negli occhi dei presenti (da Gassman alla Vitti ci sono tutti) la regia si sofferma qualche istante su un gruppo di uomini di mezza età, una decina circa. Il commentatore (Paolo Frajese) emozionato ce li racconta: ‘Questi che vedete sono gli artigiani che hanno fatto il cinema, volti a me e a voi sconosciuti ma che a ognuno Fellini aveva dato un soprannome affettuoso’.
Al centro del gruppo, commosso, c’è il nostro protagonista, Antonio Spoletini.

Antonio oggi, a 82 anni, non smette di fare il suo lavoro con passione, ‘le facce giuste’ che lui trova non hanno nemmeno un nome nei titoli di coda, ma lui s’incazza se qualcuno le chiama comparse ‘sono le mie attrici e i miei attori’. Poterlo seguire nel suo lavoro è un privilegio, un continuo di inconsapevoli segreti sull’architettura di un film. Nelle sue iconiche telefonate di lavoro come conigli sbucano all’improvviso i nomi di Cleopatra e di Orson Welles insieme a quelli del cinema di genere. ‘Faccio prima a dì con chi non ho lavorato!’
Si muove dentro Cinecittà come a casa sua. Ha fatto un pezzo di strada con tutti, che sia lo scenografo Premio Oscar Dante Ferretti, o il suo ex figurante (ormai star) Marcello Fonte. Vive gli studi lavorativamente dal ’51 e li frequenta senza più dare peso a tante cose, ma c’è ancora un luogo dove le emozioni lo tradiscono: il Teatro 5.

In Nessun nome nei titoli di coda il rapporto di Antonio con ‘Federico’ emerge anche in una storia nella storia, un filo drammaturgico che salda l’azione del presente e i materiali di repertorio: Antonio cerca una copia in pellicola di un film a cui ha lavorato e cui è profondamente legato: Roma, proprio di Fellini.
E questa ricerca diventa l’anima del film. Perchè incornicia il personaggio nel momento della vita in cui si tirano le somme, in cui si acuisce una sensibilità e le cose acquisiscono un senso maggiore. E grazie a questa nuova fragilità vengono a galla le cose più intime che sono le emozioni più universali.

Stratificato nel corso di oltre un anno, seguendo il protagonista con una piccolissima troupe e anche in solitudine, Nessun nome nei titoli di coda è un documentario narrativo che prova a raccontare con il cinema un uomo e con l’uomo un cinema meno conosciuto; grazie alle sfumature di Antonio forse è una storia che entra dalla porta di servizio ed esce dal camerino degli artisti.

(Simone Amendola)

 

Simone Amendola (Roma, 1975) è cineasta e drammaturgo. Nel 2010 si fa conoscere con il documentario pluripremiato ‘Alisya nel paese delle meraviglie’, che ha contribuito a far emergere il mondo delle seconde generazioni. Nel 2013 realizza con l’attore Valerio Malorni lo spettacolo ‘L’uomo nel diluvio’, considerato tra i lavori più significativi della nuova drammaturgia, nel 2014 viene premiato al Premio Solinas e nel 2016 il suo documentario breve ‘Zaza, Kurd’ è presentato nella sezione MigrArti al 73° Festival di Venezia. Nel 2019 pubblica con Editoria & Spettacolo il volume ‘Teatro nel diluvio’, prima raccolta dei suoi copioni.