L'ILLAZIONE
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Almeno all’inizio, un avverbio sembra qualificare più d’ogni altro questo film ed è “apparentemente”.
Apparentemente potrebbe essere un film intimista che racconta di rapporti
interpersonali, del lento consumarsi di emozioni entro quel rituale che è la vita.
Un gruppo di persone, tra cui un giudice, riunite in una villa di campagna. Attraverso apparentemente
innocenti e amichevoli chiacchiere formali davanti a un bicchiere di vino, il
giudice, ambiguo e spietato, imbastisce un processo kafkiano ad uno di loro, che nel film è
l’unico personaggio che non ha neppure una battuta.
Vittima o assassino? Innocente o colpevole? Giustizia o ingiustizia?
E’ un film di dialoghi, di atmosfere, con una parte un po’ onirica. E’ figlio del suo tempo e
risente quindi un po’ del clima e delle mode di quegli anni.
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