La
Regola del Gioco
Incontro
promosso da
100autori, AIDAC, ANAC, e WGI, nell’ambito
della XXI edizione delle Giornate degli
autori con il sostegno di SIAE
Martedì
3 settembre 2024, ore 9:45
Lido
di Venezia, Hotel Excelsior | Spazio Incontri -
Venice Production Bridge
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Roma, 13 agosto 2024. Lo chiamiamo gioco
perché amiamo farlo e perché ci piacciono le
citazioni cinefile, ma sappiamo bene che
l’audiovisivo è qualcosa di molto serio e centrale
per il nostro Paese. Un comparto basilare per la
cultura e l’economia italiana nel quale il sostegno
dello Stato, basato sul principio dell’eccezione
culturale, ha grande rilevanza. Come tale ha bisogno
di regole che tutelino tutti i soggetti, regole che
favoriscano la produttività del settore, ma regole
che non perdano mai di vista la traiettoria
culturale degli investimenti pubblici.
Le autrici e gli autori italiani attraverso le
associazioni che li rappresentano 100autori, Aidac,
Anac e Wgi, sono uniti saldamente nell’obiettivo
comune di contribuire a migliorare queste regole.
- Regole che non appaiano come calate dall’alto
- Regole che si rivelino il frutto di un confronto
aperto e reale con le Istituzioni
- Regole nelle quali si riconoscano il più possibile
tutte le diverse anime del settore
- Regole che offrano le stesse opportunità di lavoro
alle grandi, come alle piccole realtà
Le legislazioni si evolvono, le norme sono in
divenire e ogni Governo è legittimato a cambiarle,
ma ogni cambiamento, soprattutto in un settore
strategico come questo, non può prescindere dal
coinvolgimento diretto delle categorie e degli
operatori sui quali ricadranno gli effetti delle
riforme. Dal tax credit, ai contributi selettivi e
automatici, alle regole per i produttori
indipendenti e per tutte le questioni che verranno,
vorremmo poter contare su una più stretta e
continuativa collaborazione istituzionale. Ma non
solo. Come autrici e autori abbiamo pieno titolo per
essere coinvolti nel dibattito dell'intero settore,
anche su questioni non direttamente riconducibili
alla categoria come quelle relative alla produzione,
all'esercizio, all'emittenza televisiva… dibattito
dal quale invece si tende ad escluderci, il che non
può avvenire, perché il nostro lavoro è al centro
dell'intera filiera, una filiera che è sostenuta con
risorse pubbliche e sulla loro gestione vogliamo
poterci esprimere. Questo è il cambiamento che
chiediamo.
Cambio di metodo che auspichiamo avvenga anche con
tutte le altre anime del settore, nel rispetto delle
relative prerogative. Con i produttori per esempio
vorremmo migliorare le regole che governano i
rapporti di lavoro. Con loro vorremmo avviare un
confronto per la stesura del primo Contratto
collettivo nazionale per le sceneggiatrici e gli
sceneggiatori, le registe e i registi che
incredibilmente ancora manca per la nostra
professione. Li invitiamo quindi ad incontrarci
subito dopo la Mostra per porre le basi di un’intesa
che garantisca regole certe per il nostro mestiere,
a tutela innanzitutto delle nuove generazioni.
Il cambiamento di passo nel metodo di lavoro lo
abbiamo adottato anche con l'istituzione che ci è
più vicina e di cui sono parte integrante 100
autori, AIDAC, ANAC e WGI: la Siae. Con la Società
degli autori e delle autrici il rapporto si è
evoluto nell'ultimo anno tramite un’intensa e
proficua collaborazione all'insegna di una più
incisiva affermazione del diritto d'autore e della
remunerazione adeguata e proporzionata, che include
il percorso di applicazione in Italia della
direttiva del diritto d'autore con particolare
riferimento ai Residuals.
Noi chiediamo che tra Istituzioni e autrici e
autori, ma anche tra le autrici e gli autori e le
altre categorie del settore s’instauri un sistema di
regole condivise che rispettino il valore e il ruolo
di ogni tassello del vasto mosaico, a partire dalla
creatività e dalla libertà di espressione senza le
quali non esisterebbe tutto il resto,
dall’occupazione, alla crescita produttiva, dalla
dignità del lavoro, al diritto degli spettatori ad
una fruizione di opere che non siano imposte da
schemi culturali e sistemi produttivi che non ci
appartengono.
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